Salvatore Dedola, laureato in glottologia con una tesi sulla lingua gotica, si è formato inizialmente alla scuola romanza e indo-europeista, ossia alla scuola di Max Leopold Wagner, nonché alla scuola del germanista Paolo Ramat. Quanto all’archeologia, si è formato alla scuola di Giovanni Lilliu.
Dedola ha esordito come scrittore di ambiente, producendo anzitutto due libri sull’Agriturismo della Sardegna. La frequentazione delle montagne lo ha segnato profondamente. Da 45 anni è socio del Club Alpino Italiano, del quale è stato tre volte presidente in Sardegna e tre volte a Cagliari. Ha percorso a piedi oltre 50.000 chilometri sulle montagne, che ha illustrato in quattro libri; il più importante dei quali è “Sentiero Sardegna – Sentiero Italia – Sentiero Europa”, descrivente la traversata pedonale dell’Isola per 600 chilometri da Santa Teresa a Castiadas, lungo le giogaie montane. Altro libro è “Un viaggio nel silenzio”, prodotto per la Provincia di Nuoro, illustrante la traversata pedonale della Sardegna da ovest ad est.
Il perenne girovagare per le montagne, l’uso della carta topografica, lo han fatto misurare con innumerevoli toponimi, da lui inizialmente considerati nell’ottica della filologia romanza. Ma i toponimi sardi affondano nell’arcaicità preromana, lasciando trapelare lo strato linguistico originario. Fatta questa scoperta, Dedola dall’anno 2000 si è applicato allo studio comparato delle grammatiche e dei dizionari semitici, abbinato all’uso già acquisito delle grammatiche e dei vocabolari indo-europei, nonché di quelli chiamati romanzi.
Siccome la lingua sarda oppone forte resistenza ad essere esaminata secondo i metodi delle accademie, ossia affidandosi alla pregiudiziale latina imposta dal Wagner e seguita da ogni etimologista, Dedola si è allontanato da quei metodi ed ha affrontato l’intero scibile della Sardegna, materia per materia, con un nuovo metodo, che possiamo chiamare “olistico”; ossia egli esamina le grammatiche ed i dizionari relativi ad ogni lingua apparsa nel Mediterraneo sin dall’origine della scrittura. Pertanto l’indagine tiene conto delle lingue chiamate “romanze”, di quelle chiamate “indoeuropee”, delle lingue semitiche, delle lingue sumera ed egizia.
Nei suoi libri Dedola documenta una Sardegna che fino all’invasione romana è stata libera, sovrana, navigatrice del Mediterraneo, scambiatrice di beni, di tecnologie, idee, nonché fruitrice, assieme a tutte le popolazioni rivierasche, della GRANDE KOINÉ LINGUISTICA SEMITICA, una koiné cui parteciparono pure le popolazioni italiche, quelle pre-greche, quelle latine, quelle della Grecia classica.
Con questa visione, nel campo delle etimologie, Salvatore Dedola ha inaugurato una Collana Semitica presso l’Editrice “Grafica del Parteolla”, pubblicandovi sinora le seguenti opere tematiche: I PANI DELLA SARDEGNA, LA FLORA DELLA SARDEGNA, I COGNOMI DELLA SARDEGNA, LA TOPONOMASTICA IN SARDEGNA, MONOTEISMO PRECRISTIANO IN SARDEGNA, GRAMMATICA DELLA LINGUA SARDA PRELATINA (pubblicato anche in lingua sarda ed in lingua inglese). Ha pubblicato inoltre la ENCICLOPEDIA DELLA CIVILTA’ SHARDANA (cinque tomi). Subito dopo ha pubblicato il fondamentale NUOVO DIZIONARIO ETIMOLOGICO DELLA LINGUA SARDA (Nou faeḍḍarzu etimológicu dessa Limba Sarda) in due tomi, che soppianta l’obsoleto “Dizionario Etimologico del Sardo” di M.L. Wagner. Altra fondamentale opera è FABIDDAGGIU ETIMOLOGICU DI LU SASSARESU (Dizionario Etimologico del Sassarese) in due tomi. Fa seguito l’importantissimo libro intitolato STELE DI NORA (etc.), dove l’Autore fa conoscere al mondo la traduzione definitiva di questa arcaica Stele. Ultimo in ordine di tempo è il libro intitolato PELLITOS SARDOS (etc.), dove l’Autore – tra gli altri argomenti – affronta e smonta l’annosa messinscena accademica la quale
presenta i Sardi che soccorsero Amsicora a difendere l’Isola dai Romani come “uomini vestiti di pelli” anziché come “Truppe d’assalto’.