La magia nella Sardegna antica

È ora di entrare in medias res nella numerosa terminologia sarda relativa alla magia, positiva o negativa. Alcuni Autori sardi hanno affrontato gli aspetti della magia. È principalmente Efisio Sanna1 ad aver proposto una serie nutrita di formule magiche (rilevate nel Sulcis), riferite più che altro alle malattie, praticamente una per ogni malattia o per ogni situazione. L’estrema semplicità e la (professata) credulità popolar-religiosa dell’Autore verso le stesse formule, sono certamente un limite a chi volesse trovare nei suoi volumetti l’approfondimento culturale che si richiederebbe ad un autore che gestisce temi antropologici. Però, di converso, va salutato con entusiasmo il “bottino” delle numerose registrazioni, che altrimenti sarebbe stato negato al patrimonio culturale della Sardegna.

Per ragioni di metodo e di conoscenza, in questo capitolo intendo trattare esclusivarmente quella quarantina di lemmi relativi a malattie o situazioni per le quali l’etimologia ha evidenziato tracce di magia. Le malattie sarde la cui definizione fono-semantica non presenta traccia di magia (o di sciamanesimo) vengono da me presentate nel 1° tomo di questa Enciclopedia. Però è bene che il lettore comprenda un aspetto fondamentale della medicina del passato: ossia che in Sardegna, sino a 60 anni fa, non ci fu neppure una malattia che non fosse curabile anche con le pratiche magiche.

Nessun lettore oggi s’aspetterebbe che numerose definizioni popolari di malattie evidenzino – grazie all’etimologia – antiche credenze circa l’intromissione di démoni o entità soprannaturali infeste all’uomo o ai suoi comportamenti. Ma è così. Cionondimeno debbo rimarcare che i 41 termini relativi a sofferenze indotte esplicitamente da incantesimi o magie sommano soltanto a 1/9 delle 340 malattie indagate. Ciò significa che tra i Sardiani soltanto 41 malattie su 340 furono considerate effetto dell’influsso magico dell’uomo contro l’uomo. Il fatto implica che presso l’antico popolo sardo la mentalità materialistica prevaleva in ogni caso sulla mentalità fantastica; connessa ad essa dobbiamo supporre una grande capacità d’indagine scientifica degli antichi Sardi che per noi, lontani 5-10.000 anni da quelle manifestazioni, ha del clamoroso. Tutto ciò, beninteso, non contraddice l’affermazione testè fatta, che non ci fu neppure una malattia che non fosse curabile anche con le pratiche magiche.

1 Is Mixinas Antigas, 1° e 2° volume, Giba, 2001-2005

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