Musica

Termini della musica sarda sopravvissuti

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″ text_orientation=”justified”] Fortunatamente non tutto il patrimonio lessicale della musica antica della Sardegna è scomparso. Oltre ai vocaboli conculcati e negati che sono riuscito a restituire in pristino (e proporrò nel capitolo seguente), sono sopravvissuti anche dei vocaboli di per sé positivi (che non hanno subìto una forzosa metamorfosi semantica) e che, […]

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6. I Candelieri di Sassari

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″] Duole molto non aver potuto valutare se la metrica fenicia (o semitica lato sensu) avrebbe eventualmente corrisposto alla metrica dei lamenti testè riprodotti, poiché non ci è dato conoscere i fenomeni musicali o prosodici del Vicino Oriente. Per il lamento funebre sardo mi debbo accontentare di citare la metrica greca, la

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Lamento funebre in Sardegna S’Attittu

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″ text_orientation=”justified”] Lamento funebre in Sardegna ATTITTU. Qualcuno traduce attittu come ‘singhiozzo’. E sia. Ma questo è un modo alquanto libero di adattare i semantemi. S’attìttu è, prevalentemente, il gesto carezzevole e primitivo d’una madre che stringe al petto il bimbo piangente, al quale porge il capezzolo e canta la ninna-nanna. Da

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4. Sa cantzòni sarda

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″] Paolo Zedda1 scrive che in Sardegna «Le cantzonis fanno parte di un tradizionale genere narrativo. I cantadoris le eseguono spesso al termine delle loro gare poetiche con l’accompagnamento della chitarra o, in altri contesti, affiancate alla copertura armonica delle launeddas o della fisarmonica. I testi non sono frutto diretto della improvvisazione

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Su cantu de sei

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″ text_orientation=”justified” module_alignment=”justified”] 3. Su cantu torráu; su cantu de séi Etimologia. I due nomi di canto indicati in questo titolo sono campidanesi. Il primo, per definizione, indica il canto ‘restituito, contraccambiato’ (dall’akk. turru ‘turnato, rivoltato, ricambiato’); un canto tipico delle dispute poetiche, esercitato mediante su mutettu; gli antichi greci lo chiamarono

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Su cantu a tenòre

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″ text_orientation=”justified” module_alignment=”justified”] TENÒRE. A scrutarlo bene, tutto il lessico della musica sarda è un ammasso di paronomàsie, fin troppo evidenti, direi, ed anche questo termine sardo, bolsamente accostato a quello italiano, rientra in un campo semantico mai seriamente indagato, se non da me e dall’etnomusicologo Andrea Deplano, il quale rammenta che

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La Musica Sarda

[et_pb_section bb_built=”1″][et_pb_row][et_pb_column type=”4_4″][et_pb_text _builder_version=”3.0.83″ text_orientation=”justified”] 1. Premessa MUSICUS. Questo aggettivo latino ha base etimologica nel babilonese muṣiḫḫu(m) ‘clown, buffone’. Il termine nel Mondo Antico fu pressoché universale, ma i Greci lo mutarono semanticamente, proponendo l’aggettivo μουσική (sc. τέχνη) come ‘arte delle Muse’. In tal guisa essi operarono sulla Koiné mediterranea due innovazioni: 1. la prima

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