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Per me…. NON CI SONO DUBBI, la lingua mediterranea si consolidò proprio con l’Homo Sapiens quando egli, 40.000 anni fa, discese dal Nilo e dal Delta invase ogni costa ed ogni isola, sovrapponendosi al Neanderthal, anch’esso disceso dal Nilo. Soltanto l’antico egiziano, suffragato di lì a poco dalla vicina lingua sumerica, ci racconta le nostre vere origini. Per esempio, sapevamo tutto del verbo italiano FARE, sardo FA. Eppure nessuno si è accorto che quel radicale primitivo (FA) si ritrova intatto a Sassari ed in Gallura.
FA’ sass., gall.; fákere centr.; fághere log.; fái(ri) camp. ‘fare’: cfr. lat. faciō. Significa anche ‘maturare’: una pira fatta; casu fattu ‘formaggio marcio’; assa fatta dessa dìe ‘al far del giorno’; sass. fa’ barra ‘fare lo smargiasso’; fa’ crébbu ‘provocare invidia’; fa’ cióccura ‘imbrogliare’ (vedi a suo luogo); fa’ eba ‘piovere’; fa’ a kirriori ‘fare a brandelli, strappare, dilaniare’; fa’ a tzìntzari ‘ridurre in piccolissimi frammenti’; fa’ vidda airadda ‘fare vita disordinata, poco onesta’; fa’ paglia ‘pavoneggiarsi’; fa’ coibu o crò ‘di un cavallo che alla tira di un carro di colpo s’accascia senza forze’; fa’ a gidéa ‘fare a capriccio’; à fattu cóipu e fikki ‘è morto sul colpo’; ti tzi fazìa in Sóssu ‘pensavo tu fossi a Sorso’; un cułtéddu ki fazzi ‘un coltello che taglia’; n’à fattu tutta la figga da l’áiburu ‘ha colto tutti i fichi dall’albero’; è più la ditta ke ra fatta ‘ci vuole più a dirlo che a farlo’; fassi faccibiáncu ‘impallidire’.
Derivati: fattorzu log. ‘lavoro’ (Spano); die de fattoría ‘giorno di lavoro’; camp. fatteriái ‘faccendare’. faghinare nuor. ‘non far nulla, vagabondare’; al contrario, faina’ sass. ‘sfaccendare, lavorare con applicazione, darsi da fare’; faidóri camp. ‘macchinatore, orditore’; fainéri m. log. e camp. ‘lavoratore’ = cat. fainer. Fainéri significa anche il contrario: nuor. faghinéri ‘ozioso, vagabondo’, log. fainéri, a mio avviso per la perdita inconsapevole del prefisso privativo s- (vedi sfaináu). Abbiamo infine faíu: Spano Agg. registra faínu log. = faíu, usato nelle locuzioni èssere, andare assu vaíu, ass’affaíu (Casu); ass’isfaíu ‘essere libero, sciolto, senza custodia, vagabondare’: lassare ass’isfaíu ‘lasciar vagare’. Vedi affainadu.
Prima d’indicare l’etimo, preciso che il verbo lat. faciō indica l’azione momentanea, mentre agō indica l’azione durativa. Esclusa l’iniziale f-, sia faciō sia agō condividono la stessa base etimologica, che è il sum. ag, aka ‘to make, to act, to perform’. L’azione momentanea di faciō si distingue dall’azione durativa di agō per la presenza di sum. b-, marcatore di ergativo verbale, onde f-aciō. La b- sumerica si rintraccia, quale forma nilotica primitiva, nell’eg. fa, fai ‘to bear, lift up, get up from sleep, start a journey; reggere, sostenere, sollevare, levarsi dal letto, iniziare un viaggio’. La voce sarda è indubbiamente aborigena.
Salvatore Dedola
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